Perché non vale la pena perdere peso con una dieta ipocalorica bilanciata?
In base ai numerosi studi scientifici presenti in letteratura, l’organismo interpreta la riduzione calorica come una sorta di “carestia” e per ottenere l’energia che non gli viene più fornita utilizza la massa muscolare, riducendola e abbassando così la quantità di energia necessaria per mantenere le funzioni vitali (metabolismo basale). In altre parole, una dieta ipocalorica, riduce il metabolismo basale, consumando non solo il grasso ma anche il muscolo, poiché è il tessuto muscolare quello che determina il fabbisogno energetico a riposo. Pertanto il soggetto perde peso nel periodo in cui segue questo tipo di alimentazione ma nel momento in cui tornerà a mangiare liberamente – magari un po’ meno di prima, tenendo fede al suo impegno – riprenderà parte del peso perso perché, in termini energetici, sarà sfavorito.
In base ai numerosi studi scientifici presenti in letteratura, l’organismo interpreta la riduzione calorica come una sorta di “carestia” e per ottenere l’energia che non gli viene più fornita utilizza la massa muscolare, riducendola e abbassando così la quantità di energia necessaria per mantenere le funzioni vitali (metabolismo basale). In altre parole, una dieta ipocalorica, riduce il metabolismo basale, consumando non solo il grasso ma anche il muscolo, poiché è il tessuto muscolare quello che determina il fabbisogno energetico a riposo. Pertanto il soggetto perde peso nel periodo in cui segue questo tipo di alimentazione ma nel momento in cui tornerà a mangiare liberamente – magari un po’ meno di prima, tenendo fede al suo impegno – riprenderà parte del peso perso perché, in termini energetici, sarà sfavorito.
Perché seguire una dieta chetogenica per perdere peso?
Si definisce dieta chetogenica quella dieta nella quale è temporaneamente sospesa l’assunzione di ogni tipo di carboidrato. A fronte dell’eliminazione dei carboidrati, sono invece mantenuti gli altri macronutrienti, giacché la dieta chetogenica inserita nel metodo tisanoreica, è una dieta normoproteica e normolipidica.
L’organismo, oltre a soddisfare la richiesta energetica deve provvedere a quella che si definisce necessità glucidica, in quanto alcuni tessuti funzionano esclusivamente “a glucosio”. Per far ciò, dopo aver esaurito il glicogeno (scorta di glucosio) si attiva una delle seguenti vie metaboliche:
1 - la neoglucogenesi, cioè la formazione di glucosio a partire dalle proteine (della massa muscolare)
2 - la chetogenesi, cioè la formazione di corpi chetonici (utilizzati dall’organismo come glucosio) a partire dai grassi di deposito
Le differenze tra una dieta chetogenica e una dieta ipocalorica bilanciata sono: Si definisce dieta chetogenica quella dieta nella quale è temporaneamente sospesa l’assunzione di ogni tipo di carboidrato. A fronte dell’eliminazione dei carboidrati, sono invece mantenuti gli altri macronutrienti, giacché la dieta chetogenica inserita nel metodo tisanoreica, è una dieta normoproteica e normolipidica.
L’organismo, oltre a soddisfare la richiesta energetica deve provvedere a quella che si definisce necessità glucidica, in quanto alcuni tessuti funzionano esclusivamente “a glucosio”. Per far ciò, dopo aver esaurito il glicogeno (scorta di glucosio) si attiva una delle seguenti vie metaboliche:
1 - la neoglucogenesi, cioè la formazione di glucosio a partire dalle proteine (della massa muscolare)
2 - la chetogenesi, cioè la formazione di corpi chetonici (utilizzati dall’organismo come glucosio) a partire dai grassi di deposito
1 – il tempo con il quale avviene la riduzione ponderale
2 – l’entità della riduzione ponderale
3 – la qualità della riduzione ponderale
Risulta evidente che se per soddisfare la necessità glucidica utilizzo il tessuto adiposo (chetogenesi) anziché il tessuto muscolare (neoglucogenesi), il peso perso sarà riconducibile alla massa grassa mentre la massa muscolare rimarrà pressoché inalterata.
Risulta altresì evidente che sarà un dimagrimento esteticamente soddisfacente e relativamente semplice da mantenere.
Risulta altresì evidente che sarà un dimagrimento esteticamente soddisfacente e relativamente semplice da mantenere.
Il Metodo Tisanoreica – lo studio
Quanto esposto risulta scientificamente dimostrato giacché il metodo Tisanoreica è stato testato presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Padova, attraverso un confronto con altre diete tradizionali come la dieta mediterranea e la dieta a zona. Lo studio, effettuato nel 2005, è durato 40 giorni ed ha coinvolto 30 soggetti, maschi e femmine divisi random in 3 gruppi, omogenei per caratteristiche. Il primo, evidente, dato emerso è stato il drop out (abbandono): 50% i soggetti hanno abbandonato la dieta mediterranea, 40% i soggetti hanno abbandonato la dieta a zona e soltanto 20% hanno abbandonato la dieta Tisanoreica. Tra gli esami effettuati per valutare gli effetti della dieta sulla salute, sono stati eseguiti quelli del sangue, delle urine e l’esame della composizione corporea. I risultati dell’ematochimica per valutare la funzione epatica e renale hanno rivelato, nel caso della Tisanoreica, che la variazione dei rispettivi indicatori di funzionalità non è significativa dal punto di vista statistico; in altre parole la dieta Tisanoreica non affatica né fegato né reni.
Durante lo studio è stata valutata anche la composizione corporea dei soggetti coinvolti: il protocollo Tisanoreica è stato quello che ha fatto perdere, in termini percentuali più grasso, rispetto agli altri due protocolli. È stata, inoltre, valutata la percentuale di massa muscolare, importante in quanto determinante il metabolismo basale: anche qui la Tisanoreica ha fatto perdere meno muscolo rispetto alle altre diete.
Quanto esposto risulta scientificamente dimostrato giacché il metodo Tisanoreica è stato testato presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Padova, attraverso un confronto con altre diete tradizionali come la dieta mediterranea e la dieta a zona. Lo studio, effettuato nel 2005, è durato 40 giorni ed ha coinvolto 30 soggetti, maschi e femmine divisi random in 3 gruppi, omogenei per caratteristiche. Il primo, evidente, dato emerso è stato il drop out (abbandono): 50% i soggetti hanno abbandonato la dieta mediterranea, 40% i soggetti hanno abbandonato la dieta a zona e soltanto 20% hanno abbandonato la dieta Tisanoreica. Tra gli esami effettuati per valutare gli effetti della dieta sulla salute, sono stati eseguiti quelli del sangue, delle urine e l’esame della composizione corporea. I risultati dell’ematochimica per valutare la funzione epatica e renale hanno rivelato, nel caso della Tisanoreica, che la variazione dei rispettivi indicatori di funzionalità non è significativa dal punto di vista statistico; in altre parole la dieta Tisanoreica non affatica né fegato né reni.
Durante lo studio è stata valutata anche la composizione corporea dei soggetti coinvolti: il protocollo Tisanoreica è stato quello che ha fatto perdere, in termini percentuali più grasso, rispetto agli altri due protocolli. È stata, inoltre, valutata la percentuale di massa muscolare, importante in quanto determinante il metabolismo basale: anche qui la Tisanoreica ha fatto perdere meno muscolo rispetto alle altre diete.
Durante lo studio è stato valutato anche il quoziente respiratorio (QR), parametro che esprime quale substrato energetico utilizzano i muscoli per ricavare l’energia necessaria:
- QR alto: i muscoli ricavano l’energia dai carboidrati
- QR basso: i muscoli ricavano l’energia dai grassi
Come si evince dalla tabella seguente, il protocollo tisanoreica ha abbassato il quoziente respiratorio in modo maggiore rispetto agli altri protocolli di riduzione ponderale; sarà dunque più semplice mantenere il peso raggiunto.
- QR alto: i muscoli ricavano l’energia dai carboidrati
- QR basso: i muscoli ricavano l’energia dai grassi
Come si evince dalla tabella seguente, il protocollo tisanoreica ha abbassato il quoziente respiratorio in modo maggiore rispetto agli altri protocolli di riduzione ponderale; sarà dunque più semplice mantenere il peso raggiunto.
Il Metodo Tisanoreica – l’applicazione
Il metodo Tisanoreica, come detto, è un programma di dimagrimento scientificamente testato da realizzare esclusivamente sotto controllo medico. Il metodo Tisanoreica prevede un'alimentazione ipoglucidica, normolipidica e normoproteica, attuata utilizzando integratori appositamente studiati denominati "Pietanze Tisanoreica" e "Estratti Tisanoreica". Le pietanze Tisanoreica, da assumere insieme agli alimenti consentiti, contengono mediamente 18 grammi di aminoacidi, essenziali e non, che commercialmente parlando valgono 1 PAT (l’unità di misura per definire la quantità di aminoacidi e fitoestratti contenuti in ciascuna Pietanza Tisanoreica con Attivatore). Oltre agli amminoacidi è presente l’Attivatore Tisanoreica, costituito da un mix di otto piante presenti nelle pietanze la cui funzione principale è aumentare l’attività proteolitica, cioè facilitarne l’assorbimento, il che permette di realizzare una chetogenica normoproteica, difficilmente attuabile altrimenti.
Il metodo Tisanoreica, come detto, è un programma di dimagrimento scientificamente testato da realizzare esclusivamente sotto controllo medico. Il metodo Tisanoreica prevede un'alimentazione ipoglucidica, normolipidica e normoproteica, attuata utilizzando integratori appositamente studiati denominati "Pietanze Tisanoreica" e "Estratti Tisanoreica". Le pietanze Tisanoreica, da assumere insieme agli alimenti consentiti, contengono mediamente 18 grammi di aminoacidi, essenziali e non, che commercialmente parlando valgono 1 PAT (l’unità di misura per definire la quantità di aminoacidi e fitoestratti contenuti in ciascuna Pietanza Tisanoreica con Attivatore). Oltre agli amminoacidi è presente l’Attivatore Tisanoreica, costituito da un mix di otto piante presenti nelle pietanze la cui funzione principale è aumentare l’attività proteolitica, cioè facilitarne l’assorbimento, il che permette di realizzare una chetogenica normoproteica, difficilmente attuabile altrimenti.
Basata sul processo della chetogenesi, la dieta presenta alcuni modesti effetti collaterali che sono annulati dall’uso di estratti d’erbe. Gli estratti d’erbe vengono ottenuti con il metodo della Decottopia, utilizzando solo acqua a diverse temperature, così da estrarre il principio attivo della pianta senza impiegare né alcool né conservanti. In ogni estratto sono presenti minimo 10 piante, la cui raccolta avviene in terreni sottoposti a rotazione (ogni 2 mesi) per evitare rischi di assuefazione. Gli estratti funzionali previsti dal protocollo sono quattro:
- L’estratto 02, depurativo, è fondamentale per l’attività epatica; essendo la chetosi una via metabolica impegnativa, le piante contenute nell’estratto agevolano il fegato nella sua attività di filtro e di produzione della bile.
- L’estratto 06, regolatore, è indicato soprattutto per quanto riguarda le donne in quanto contiene delle piante che permettono di attenuare i sintomi vasomotori dovuti alla menopausa e permettono di attenuare i dolori riconducibili alla sindrome pre-mestruale.
- L’estratto 12 è un efficace diuretico con azione antiossidante.
- L’estratto 13, tonico, anticipa l’entrata in chetosi (considerando che per ogni giorno di chetosi si possono perdere mediamente dai 3 ai 5 etti, se ne deduce che anticipando la chetosi, sarà possibile ottenere a parità di tempo, risultati migliori).
- L’estratto 02, depurativo, è fondamentale per l’attività epatica; essendo la chetosi una via metabolica impegnativa, le piante contenute nell’estratto agevolano il fegato nella sua attività di filtro e di produzione della bile.
- L’estratto 06, regolatore, è indicato soprattutto per quanto riguarda le donne in quanto contiene delle piante che permettono di attenuare i sintomi vasomotori dovuti alla menopausa e permettono di attenuare i dolori riconducibili alla sindrome pre-mestruale.
- L’estratto 12 è un efficace diuretico con azione antiossidante.
- L’estratto 13, tonico, anticipa l’entrata in chetosi (considerando che per ogni giorno di chetosi si possono perdere mediamente dai 3 ai 5 etti, se ne deduce che anticipando la chetosi, sarà possibile ottenere a parità di tempo, risultati migliori).
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Nella seconda fase, fase di stabilizzazione, le pietanze si riducono a due al giorno e si cominciano a reintrodurre i carboidrati complessi – pane, pasta integrali o comunque a basso indice glicemico. In questa fase vanno ancora evitate la frutta, le patate, le verdure colorate. Nella fase di stabilizzazione, solitamente, non si perde peso ma è un importante periodo di transizione che serve all’organismo per uscire dalla chetosi e prepararsi ad una alimentazione equilibrata e bilanciata.