Fonte: dalla rete |
Vivono in alto mare senza evitare la vicinanza con le coste e talora si inoltrano nelle foci dei fiumi. Sono predatori che insidiano solo animali vivi. Si conoscono una ventina di specie di diverse dimensioni.
Le più grandi con un morso possono troncare in due le loro prede e sono pericolose per l’uomo quanto gli squali, se non di più. La loro carne è molto apprezzata. Il grande barracuda può raggiungere i tre metri di lunghezza. Ha dorso grigio-blu, punteggiato di macchie scure; fianchi e ventre sono argentati. E’ diffuso in tutto l’Atlantico tropicale e subtropicale, così come nel Pacifico occidentale. Vive isolato o a gruppi più o meno numerosi compiendo grandi distruzioni tra i banchi di altri pesci. Capace di raggiungere velocità considerevoli, quando penetra nelle acque costiere aggredisce anche bagnanti e pescatori subacquei, i forti rumori lo attraggono.
La carne è pregiata: ricorda quella del luccio, ma in certe stagioni è velenosa. I sintomi dell’avvelenamento consistono in tremito generale del corpo, nausea, vomiti e violenti dolori alle articolazioni delle mani e braccia. Non è però stato trovato il tipo di veleno, i sintomi possono essere provocati da tossine provenienti da batteri che prolificano sul corpo del pesce, sia dal plancton ingerito. Nessun caso di avvelenamento è stato segnalato con la carne sotto sale. Il grande barracuda viene pescato con esche artificiali vivacemente colorate, giacchè caccia a vista lanciandosi ad una velocità vertiginosa su tutto quello che si muove.
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