giovedì 23 settembre 2010
ippopotamo pigmeo
Nome scientifico Hexaprotodon liberiensis, classificato da alcuni nel genere Choeropsis) è un mammifero artiodattilo appartenente alla famiglia Hippopotamidae.
L'ippopotamo pigmeo è molto più piccolo dell'ippopotamo anfibio (Hippopotamus amphibius): non supera il metro e mezzo di lunghezza e gli 83 cm d'altezza, e il peso di 260 kg. Il colore della pelle è nero-bruno, anche nei piccoli. Il capo è in proporzione più piccolo e arrotondato di quello dell'ippopotamo comune. Anche l'ippopotamo pigmeo si nutre di piante acquatiche, alghe ed erbe. La gestazione è di 190-210 giorni: il piccolo, del peso di 5-6 kg, a differenza di quello dell'ippopotamo anfibio, nasce fuori dall'acqua, e deve imparare a nuotare prima di avventurarvisi. La durata della vita è di 30-35 anni, ma un esemplare in cattività ha superato i 43 anni. Molto di quello che si sa su questa rara specie è dovuto alle osservazioni compiute negli zoo, perché è difficile studiare l'ippopotamo pigmeo in libertà, e solo nel 1968, grazie ai finanziamenti del World Wildlife Fund e della New York Zoological Society, il veterinario americano Philip Robinson dello zoo di San Diego ha potuto condurre una ricerca accurata nelle foreste di Liberia e Sierra Leone, della durata di 8 mesi. A differenza dell'ippopotamo anfibio che in gruppi numerosi (fino a 50 e più individui) frequenta i grandi fiumi e i laghi, l'ippopotamo pigmeo cerca la protezione delle foreste in vicinanza di fiumi e ruscelli, ed è un animale che vive solitario o in coppia. Quando se ne vedono tre insieme, il terzo è un giovane, figlio della coppia. Durante il giorno l'ippopotamo pigmeo si nasconde nelle zone più basse e umide. Al crepuscolo va alla ricerca di pascoli, usando sempre gli stessi sentieri che spesso formano tracce sul terreno o addirittura tunnel attraverso la fitta vegetazione, dei quali si serve anche per rifugiarsi nell'acqua o nella foresta se spaventato. Le feci vengono depositate lungo questi sentieri, e sparse poi intorno con rapidi movimenti laterali della coda, come fa anche l'ippopotamo anfibio. Gli indigeni chiamano questo animale nimwe, e raccontano su di esso molte leggende, riferite da Robinson. Una sostiene che il piccolo non viene allattato, ma lecca il muco essudato dalla pelle della madre che si trasforma in una schiuma bianca (cosa che effettivamente avviene, ma si tratta solo di secrezione della pelle senza alcun valore nutritivo, mentre in realtà il latte viene succhiato dalle mammelle che sono poste nella regione inguinale)
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ippopotamo pigmeo/nano
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