giovedì 23 settembre 2010

tigre


La tigre (Panthera tigris, Linnaeus 1758) è un mammifero della famiglia dei felidi. Con un peso che può arrivare fino a 300 kg, la tigre è il più grande dei cosiddetti "grandi felini" che costituiscono il genere Panthera (tigre, leone, giaguaro, leopardo e leopardo delle nevi), ed è l'unico felide moderno a raggiungere le dimensioni dei più grandi felidi preistorici. È un cosiddetto predatore alfa, ovvero si colloca all'apice della catena alimentare, non avendo predatori in natura, a parte l'uomo. Oltre che dalle dimensioni notevoli, è caratterizzata dalla particolare colorazione del mantello striato che serve a "spezzare" otticamente la figura dell'animale; il disegno del mantello varia leggermente da sottospecie a sottospecie.[1] Vi sono tuttavia delle varianti al colore del mantello, principalmente nella sottospecie nominale Panthera tigris tigris (tigre indiana "del Bengala"), la più comune tra queste è quella con strisce nere su sfondo bianco.
La parola "tigre" deriva dalla parola greca "τίγρις" (Greco antico) e latina "tigris", che a sua volta proviene dal persiano con il significato di "freccia", in riferimento alla velocità dell'animale; ed è anche l'origine del nome del fiume Tigri.[3]

E 'stata una delle molte specie originariamente descritta, come "Felis tigris", da Linneo nella sua opera del 18 ° secolo, Systema Naturae.[4]

La denominazione scientifica, "Panthera tigris", si presume derivi dal greco pan- ("tutti") e Theron ("bestia") ma è più probabile un'origine asiatica / orientale, con il significato di "l'animale giallo" o "bianco-giallo."[5]

In zoologia, il termine "tigre" è stato utilizzato per estensione nella difinizione di molti dei grandi felini maculati o a strisce: ad esempio, i termini "Tigre d'America", "Tigre del Guyana" e "Tigre nera" sono stati precedentemente utilizzate per il giaguaro (Panthera onca)[6], mentre in molti paesi del Sud America e America centrale viene chiamato "El tigre"[7]. Inoltre, è ancora così per il gatto giaguaro, chiamato anche "gatto-tigre" e con il nome scientifico di (Leopardus tigrinus).[8]

Molti altri animali hanno un nome composto dalla parola "tigre", dovuta alla caratteristica striatura che li contraddistingue, come lo squalo tigre, la tigre della Tasmania, la zanzara tigre e il serpente tigre.

Anche nel campo dei minerali si riscontra l'utilizzo del nome, come per l'Occhio di tigre una pietra semipreziosa della famiglia dei quarzi.

Viene anche utilizzata come espressione per indicare una persona aggressiva, si dice che un Uomo feroce e spietato sia come una tigre o possa essere "geloso come una tigre" [6][9]. Al contrario, si parla di "tigre di carta" per descrivere qualcosa di spaventoso in apparenza ma in realtà innocuo.
La tigre è il gatto selvatico più grande che esista in natura ed è anche il più grande predatore della Terra dietro soltanto all'Orso Kodiak e l'Orso polare. Le dimensioni della tigre variano notevolmente da una sottospecie all'altra, infatti, una tigre di Sumatra di sesso maschile non pesa più di 140 kg per 2,3 metri di lunghezza, mentre una tigre siberiana può raggiungere i 300 kg per 3,3 metri di lunghezza. Anche l'altezza al garrese della tigre è molto variabile a seconda della sottospecie, da 0,85 a un metro, come anche la sua lunghezza totale, con la coda, da 2 a 3,7 metri ed il peso che può essere tra i 65 e i 300 kg.

Le orecchie della tigre sono arrotondate, la loro superficie esterna è di colore nero con una macchia bianca al centro. Le pupille sono rotonde, il colore dell'iride varia dal d'oro al verde e a volte può essere azzurro. Il naso è di color rosa, caratterizzato a volte dalla presenza di macchie nere. Le vibrisse (i baffi) sono molto folte e poste su di un muso corto. La fronte è arrotondata. Il collo è coperto da un pelo fitto ed una pelle più spessa, soprattutto nei maschi. I canini della tigre sono tra i più lunghi tra i felini, possono raggiungere una lunghezza di circa quattro pollici.[10] Come tutti i membri del genere Panthera, l'osso ioide è parzialmente ossificato, permettendo all'animale di ruggire. [11]
Organi sensoriali [modifica]

La tigre può fare affidamento su due sensi sviluppatissimi, l'udito e la vista. Gli occhi, che le consentono di osservare anche il più piccolo movimento della preda prescelta, sono strutturati secondo le esigenze di un predatore notturno; grazie alla particolare conformazione dell'occhio, è in condizione di sfruttare i più tenui raggi di luce e di muoversi con disinvoltura nelle tenebre notturne.
Origini ed evoluzione [modifica]

I più antichi resti di un felino simile alla tigre sono quelli della Panthera palaeosinensi, trovati in Cina e a Giava. Questa specie era presente nel primo Pleistocene (circa 2 milioni di anni fa), ed era di dimensioni più piccole rispetto alla tigre moderna.[12]

I più antichi resti fossili di vere e proprie tigri sono datati fra 1,6 e 1,8 milioni di anni fa, trovati a Giava e appartenenti ad una sottospecie, oggi estinta, chiamata tigre di Trinil (P. tigris trinilensis) e visse per circa 1,2 milioni di anni, sempre nel territorio di Giava.[13]

Non è noto con certezza quale sia la regione d'origine della tigre, certamente essa si diffuse durante il Pleistocene in gran parte dell'Asia, inclusa la Beringia (da cui però non transitò nelle Americhe), l'India, Sumatra, Giava e Bali. Fino all'Olocene le tigri furono diffuse anche nel Borneo. Sono state trovate tracce di fossili anche in Giappone e sulle isole del Borneo
Sottospecie Peso (kg) Lunghezza totale (m)
[esclusa la coda] Lunghezza cranica (mm)
(esistenti)

(maschi) | (femmine)

(maschi) | (femmine)

(maschi ) | (femmine)
Panthera tigris altaica
180-306 | 100-167

2,7-3,3 | 2,4-2,75

341-383 | 279-318
Panthera tigris amoyensis
130-175 | 100-115

2,3-2,65 | 2,2-2,4

318-343 | 273-301
Panthera tigris corbetti
150-195 | 100-130

2,55-2,85 | 2,3-2,55

319-365 | 279-302
Panthera tigris jacksoni
100-120 | 80-100

- | -

200-237 | 180-200
Panthera tigris sumatrae
100-140 | 75-110

2,2-2,55 | 2,15-2,3

295-335 | 263-294
Panthera tigris tigris
180-258 | 100-160

2,7-3,1 | 2,4-2,65

329-378 | 275-311
(estinte)

(maschi) | (femmine)

(maschi) | (femmine)

(maschi ) | (femmine)
Panthera tigris balica
90-100 | 65-80

2,2-2,3 | 1,9-2,1

295-298 | 263-269
Panthera tigris sondaica
100-141 | 75-115

2,48 | —

306-349 | 270-292
Panthera tigris virgata
170-240 | 85-135

2,7-2,95 | 2,4-2,6

316-369 | 268-305
FONTE: Vratislav Mazák, 1981
Tre di queste si sono estinte nel XX secolo, la tigre del Caspio, la tigre di Giava e la tigre di Bali, e purtroppo un'altra sottospecie rischia di entrare in questa lista, la tigre della Cina meridionale. Le maggiori cause sono da imputarsi al fatto che la tigre è sempre stata vista come una minaccia per l'uomo, considerandola un animale nocivo da perseguitare. Un caso molto simile è sicuramente quello del lupo, con il quale ha in comune la fama di animale cattivo e feroce.[18]
P. tigris virgata (estinta)
P. tigris sondaica (estinta)
P. tigris balica (estinta)

* La tigre del Caspio (Panthera tigris virgata), (Illiger 1815).[19][20]
Era diffusa in Anatolia, Caucaso, Kurdistan, Iran, Afganistan e in gran parte dell'Asia Centrale fino alla Mongolia. Questa sottospecie era tra tutte quella diffusa più ad occidente ed era inoltre una delle più grandi, rivaleggiando per imponenza con la tigre siberiana.
L'ultimo avvistamento in natura avvenne intorno ai primi anni Settanta e non esistevano esemplari in cattività.
La sua estinzione è stata attribuita alla caccia diretta contro la tigre ed alla caccia verso le sue prede, nonché alla costante distruzione del suo habitat.[21]

* La tigre di Giava (Panthera tigris sondaica), (Temminck 1844).[22][23]
Era diffusa in Indonesia e più precisamente nell'isola di Giava, caratterizzata da una taglia, per effetto del ridotto areale, più piccola rispetto alle specie continentali, era ampiamente diffusa sino al XIX secolo.
Dichiarata ufficialmente estinta nel 1994 (Gratwicke, 2007).
Le maggiori cause dell'estinzione furono la distruzione del suo habitat naturale, della caccia da parte dell'uomo e del declino del numero delle sue prede (IUCN, 2007). Negli anni '70 erano rimasti pochissimi esemplari all'interno del Parco nazionale di Meru Betiri, ma nel 1980, secondo il WWF e lo IUCN, la popolazione era scesa sotto i 5 esemplari. Nonostante un, ormai tardivo, piano di salvataggio e di conservazione della tigre di Giava, non vi furono più avvistamenti.[24]

* La tigre di Bali (Panthera tigris balica), (Schwarz 1912).[25][26]
Era diffusa in Indonesia e più precisamente nell'isola di Bali, era la tigre con la taglia più piccola.
Considerata estinta dal 1937.
Le maggiori cause dell'estinzione furono attribuite, dato anche il piccolo e limitato habitat che aveva a disposizione (isola di bali)[27], all'aumento della popolazione umana che comportò una forte deforestazione allo scopo di ottenere nuove superfici coltivabili, oltre che una vera e propria "persecuzione" della tigre, che incuteva timore nelle popolazioni locali. Il 27 settembre del 1937 fu abbattuto l'ultimo esemplare, una femmina.[28]

Viventi [modifica]

Tra le sottospecie ancora viventi, si distinguono per essere le più grandi per dimensione, la tigre del Bengala (P. tigris tigris) e la tigre siberiana (P. tigris altaica), i cui esemplari maschi possono raggiungere i 3,5 m di lunghezza totale comprensiva della coda e arrivare a pesare fino a 280 kg (per quanto mediamente il loro peso si assesti su valori inferiori)[29].

* La tigre reale del Bengala o indiana (Panthera tigris tigris) (Linneaus 1758).[30]
Sopravvive in poco più di 4000 esemplari ed è di gran lunga la sottospecie più consistente. È caratterizzata dalla possibile colorazione bianca a strisce nere, denominata tigre bianca. Luogo di principale diffusione è l'India, dove trova riparo soprattutto nelle foreste di mangrovie del delta del Gange, in quell'intrico di banchi sabbiosi, isole e isolotti che è conosciuto con il nome di "Sundarbans", ma è presente anche nel Bangladesh, in Birmania e in alcune zone del Nepal. Tra le prede selvatiche preferite vi sono, cervi, cinghiali, gaur e bufali.[31]

* La tigre siberiana o tigre dell'Amur (Panthera tigris altaica) (Temminck 1844).[32]
Risulta essere la piu grande in stazza tra le sottospecie, caratterizzata da testa massiccia, pelo di un arancione chiaro, molto spesso e lungo, con striature ben distanziate fra loro, di color marrone anziché nero e zampe posteriori robuste e tozze, tutte caratteristiche fisiche frutto dell'adattamento alle rigide temperature del proprio habitat (foresta boreale e foresta temperata). Le prede principali sono l'alce e il cinghiale.[33] A rischio critico di estinzione, non ne sopravvivono più di 300-400 esemplari adulti (IUCN 1996, Siberian Tiger Project, 2005). Nota particolare è la convivenza con il Canis lupus communis sottospecie di lupo grigio che vive nella Russia, con il quale sono in competizione nella caccia delle prede, studi hanno confermato che ove vi è una diminuzione di esemplari di tigre il numero di lupi cresce, mentre nelle zone dove la tigre è reintrgrata il numero di lupi diminuisce.[34]

* La tigre della Cina meridionale (Panthera tigris amoyensis) (Hilzheimer 1905).[35]
Dotata di un manto liscio con striature nere, corte e larghe molto più distanziate fra loro rispetto alle altre sottospecie, un tempo era comune in tutta la parte orientale del Paese ma oggi è avvistabile soltanto nella provincia dell'Hunan.
La tigre della Cina meridionale viene considerata come la tigre «basale», la sottospecie da cui si sono evolute tutte le altre tigri[36].
È stata recentemente classificata come una delle 10 specie animali più minacciate del mondo[37], in quanto il numero dei suoi esemplari allo stato libero è stato valutato in non più di 80 unità, se non addirittura inferiore. Per questo si conosce molto poco della sua biologia e comportamento in natura.[38] Una notizia promettente, per la sopravvivenza di questi esemplari, è arrivata nel 2007, quando l'Amministrazione Forestale della provincia cinese dello Shaanxi, ha confermato l'avvistamento di tigri sulle montagne Qinling, presenza che mancava da più di un ventennio.[39]

* La tigre indocinese (Panthera tigris corbetti) (Mazák 1968).[40]
La popolazione, poco più di un migliaio di esemplari, attualmente è distribuita prevalentemente in Cambogia, Laos, Myanmar, Thailandia e Vietnam. Le tigri indocinesi vivono nelle profondità delle foreste dei terreni collinari e montuosi, la maggior parte delle quali sono situate lungo i confini tra i vari Paesi. In precedenza alcune di queste tigri si trovano nel territorio malese, ed in seguito ad uno studio genetico, a partire dal 2004 sono state classificata come una sottospecie di tigre separata (Panthera tigris jacksoni), di conseguenza il numero reale delle tigri indocinese è di molto diminuito rispetto a quello stimato in precedenza.[41] Nel territorio cinese la tigre è praticamente sparita, infatti nel 2009 l'ultimo esemplare conosciuto in Cina è stato ucciso e mangiato dagli abitanti dei villaggi nei dintorni del villaggio di Mengla.[42]

* La tigre malese (Panthera tigris jacksoni) (Shu-Jin Luo Et al 2004).[43]
Ultima tra le sottospecie identificate e riconosciute ufficialmente, infatti gli esemplari di questa sottospecie, in passato erano classificati come tigri indocinesi (Panthera tigris corbetti), ma recenti studi genetici (2004) hanno invece chiarito che si tratta di una sottospecie a se stante.[44] Il nome è stato scelto in onore dello zoologo Peter Jackson (ex presidente del Cat Specialist Group della IUCN)[45].

* La tigre di Sumatra (Panthera tigris sumatrae) (Pocock 1929).[46]
È caratterizzata dall'essere la più piccola tra tutte le sottospecie ancora esistenti, vive appunto sull'isola indonesiana di Sumatra. La popolazione selvatica è stimata tra i 400 e i 500 animali i quali vivono soprattutto nei parchi nazionali dell'isola. Come per le "cugine" indonesiane ormai estinte, la tigre di Bali e di Giava, il rischio di estinzione è altissimo e classificato come critico.[

Tigri bianche [modifica]

Le tigri bianche sono conosciute da molto tempo, infatti il primo di questi felini bianchi fu scoperto verso il 1820.[48]

Queste tigri non sono considerate delle vere albine e sono caratterizzate da strisce nere o marroni ed occhi azzurri/blu con il naso color rosa.[49] Infatti, questi esemplari, sono affetti da leucismo. Questa variazione di colore è considerata una mutazione causata da un gene recessivo chiamato chinchilla oppure color inhibitor, presente in altri mammiferi, tra i quali i gatti domestici e i conigli.[50]

Questa particolare colorazione è presente solo nella sottospecie Panthera tigris tigris (tigre del Bengala), l'unica ad avere il gene recessivo che può dare il colore bianco.[51] Anche se, nel Como zoo in Minnesota, una coppia di Panthera tigris altaica (tigri siberiane / dell'Amur) fratelli tra loro, ha dato alla luce un cucciolo che presentava una colorazione bianca a strisce nere. Le due tigri, catturate in natura, sono state classificate da alcuni esperti come due esemplari di Panthera tigris altaica, per altri invece come incroci tra tigri di razza del Bengala e Siberiana. Questi esemplari e la loro prole sono stati fatti accoppiare con altre tigri di pura razza Siberiana, dando alla luce cuccioli con la tipica colorazione della tigre, ma anche esemplari di color bianco, tipico delle tigri bianche.
Tigri bianche senza strisce [modifica]

Denominate anche (Stripeless / senza strisce) (snow white tigers / tigri neve bianca) derivano da un'ulteriore modifica genetica che ha "rimosso" la maggior parte delle strisce che normalemnte caratterizzano la tigre bianca, rendendo l'animale di un colore somigliante al bianco puro, ciò però non le rende delle vere albine.[53]

I primi avvistamenti di tali esemplari privi di strisce o perlomeno molto poco visibili, sono avvenuti nel 1820 e descritti da scrittori e naturalisti, quali: Georges Cuvier, Richard Lydekker, Hamilton Smith, Edwin Landseer e John George Wood.
Tigri blu [modifica]

La tigre maltese, o tigre blu, è una forma di colorazione non provata della tigre, segnalata in gran parte dalla provincia di Fujian Cina. Si dice che abbiano una pelliccia blu scuro a righe grigie.[60]

Intorno al 1910, Harry Caldwell, un missionario americano e cacciatore, si imbatterono, presumibilmente, in una tigre blu al di fuori Fuzhou. La sua ricerca è raccontata nel suo libro Blue Tiger (1924) [61], e dal suo compagno di caccia Roy Chapman Andrews nel suo Camps & Trails in Cina (1925, capitolo VII).[62]

Diversi autori ne parlano nei loro trattati, ma non è stata ancora provata la trasmissione di questo carattere, cioè non è geneticamente codificato e come tale si ritiene che le tigri di colore blu o nero descritte dagli autori H. R. Caldwell, 1924; J. C. Caldwell, 1954; Pocock, 1929, 1939; Stonor, 1964; in diverse opere, possano essere degli esemplari cromaticamente aberranti.
Nel 1924 l'inglese B. Caldwell descrisse una tigre azzurra, uccisa presso Foukien, in Cina. Questo animale melanico aveva un pelame grigio-azzurro, molto scuro.
Tigri nere [modifica]

Come per la Tigre blu non esistono reali prove dell'esistenza di questo tipo di colorazione, anche se è stata parecchie volte segnalata l'esistenza di tigri nere, somiglianti a pantere nere, nella giungla di Travancore.[63][64]

Vari avvistamenti di tigri nere sono stati dettagliati in "The Wildlife of India" da parte di PE Gee, uno di questi risale nel settembre del 1895, quando pare sia stata avvistata una tigre di color nero, fatta dal colonnello S. Capper, la tigre scomparve nella giungla. La presenza di leopardo nero nel settore e la difficoltà di giudicare accuratamente le sue dimensioni rende questo un rapporto discutibile.

Nel marzo del 2009 in Sri Lanka è stato trovato un felino morto, in una trappola di un bracconiere, somigliante alle descrizioni degli avvistamenti della tigre nera [65], restano dubbi sul fatto che essa sia realmente una tigre nera o semplicemente che possa trattarsi di una Panthera pardus kotiya dello Sri Lanka.

Un saggio sulle tigri nere è stato presentato da parte dello zoologo Britannico Dr. Karl Shuker nel suo libro "Mystery Cats of the World"
Tigri arancioni [modifica]

Le tigri "Golden" (Panthera tigris tigris)[56] (chiamata anche Tiger Golden Tabby o strawberry tiger) sono una variazione di colore estremamente rara della tigre del Bengala, causata da un gene recessivo. Attualmente tali tigri si trovano solo stato di cattività all'interno di Zoo o Riserve Naturali. Come per la tigre bianca, la sua differente colorazione non genera una nuova specie. La colorazione è dovuta al gene "wide band", mentre per la tigre bianca è dovuto al colore inibitore (gene chinchilla albinistic).

Le Tigri Golden tabby hanno pelliccia color oro molto chiaro, gambe di un bianco pallido e strisce di color arancio debole. La loro pelliccia tende ad essere molto più spessa del normale rispetto ad altre tigri.[57]

Come le loro "cugine" tigri bianche, tutte le tigri dorate hanno una parentela principalmente con quelle del Bengala, ma sono geneticamente "incrociate" con i geni della tigre dell'Amur o di altre sottospecie.

Attualmente le tigri Golden, vengono "utilizzate" anche per la riproduzione e perpetrazione della Tigre Bianca, infatti incrociando una tigre gold con una tigre bianca, i cuccioli saranno di tigre bianca.[58] Nel 1970 una coppia di tigri arancioni eterozigoti, di nome Sashi e Ravi, hanno avuto 13 cuccioli (Alipore Zoological Gardens), di cui 3 erano bianchi a strisce nere.
Tigri nere [modifica]

Come per la Tigre blu non esistono reali prove dell'esistenza di questo tipo di colorazione, anche se è stata parecchie volte segnalata l'esistenza di tigri nere, somiglianti a pantere nere, nella giungla di Travancore.[63][64]

Vari avvistamenti di tigri nere sono stati dettagliati in "The Wildlife of India" da parte di PE Gee, uno di questi risale nel settembre del 1895, quando pare sia stata avvistata una tigre di color nero, fatta dal colonnello S. Capper, la tigre scomparve nella giungla. La presenza di leopardo nero nel settore e la difficoltà di giudicare accuratamente le sue dimensioni rende questo un rapporto discutibile.

Nel marzo del 2009 in Sri Lanka è stato trovato un felino morto, in una trappola di un bracconiere, somigliante alle descrizioni degli avvistamenti della tigre nera [65], restano dubbi sul fatto che essa sia realmente una tigre nera o semplicemente che possa trattarsi di una Panthera pardus kotiya dello Sri Lanka.

Un saggio sulle tigri nere è stato presentato da parte dello zoologo Britannico Dr. Karl Shuker nel suo libro "Mystery Cats of the World"
Distribuzione sul territorio [modifica]

Tempo fa, i territori occupati dalla tigre ricoprivano l'intera Asia, dalla Turchia fino alla costa orientale della Russia. Nel XX secolo le tigri sono mano a mano scomparse dalle zone a sud-ovest e in tutta la zona centrale dell'Asia, nonché dalle due isole indonesiane di Giava e Bali (causando la relativa estinzione di due sottospecie) e da vaste aree del Sud-Est e Asia orientale. Ormai le tigri hanno perso il 93% del loro areale.[71]

Attualmente gli stati in cui è presente in natura sono tredici: Bangladesh, Bhutan, Cambogia, Cina, India, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Nepal, Russia, Tailandia e Vietnam, probabilmente vi sono presenti degli esemplari anche in Corea del Nord, ma non vi sono prove recenti a conferma.[71][72][73]

Sanderson et al. nel 2006 ha lavorato alla stesura di una mappa mondiale che ben definisse l'attuale areale della tigre e le eventuali zone in cui l'animale potrebbe vivere e svilupparsi. Queste aree, denominate "Tiger Conservation Landscapes" o più semplicemente con l'acronimo TCL sono definibili come delle aree in cui vi è un habitat tale, da consentire la vita e la conservazione di almeno cinque esemplari di tigre[71][74][75]

Sono state delineate 76 aree TCL, per una superficie totale di 1.184.911 km², di varie dimensioni, dalla più grande in Russia, con i suoi 269.983 km²al alla più piccola da 278 km² in India. Va considerato però che la reale superficie media delle aree è al di sotto dei 10.000 km² (cira 61 TCL). Gli studiosi Rabinowitz, Karanth e Nichols hanno individuato, come aree "migliori", quelle situate nelle zone centrali, in quanto ricche di prede.

Tuttavia, il reale territorio adatto alla sopravvivenza della tigre è inferiore alla superficie totale indicata dai TCL, in quanto la maggior parte di essi contengono zone in cui la tigre non può più vivere, in quanto si trovano al di fuori dei territori delle aree protette e delle riserve naturali.

Bisogna anche segnalare che non è impossibile che l'esistenza delle tigri possa avvenire al di fuori dei TCL, anzi si sono documentati più di 500 casi, però, sempre secondo gli studi effettuati, si tratta di aree considerate troppo piccole per sostenere una popolazione a lungo termine.

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