Le statistiche dicono che il cibo sprecato ogni anno nel nostro paese potrebbe sfamare quasi un'altra Italia. Più precisamente, 44 milioni e mezzo di abitanti. Cibo scaduto, in eccedenza, acquistato e conservato male. Cibo buttato perché brutto da vedere: un pacchetto ammaccato o – nel caso della frutta – i segni del becco di un uccello. Dal 1974 ad oggi lo spreco alimentare è raddoppiato. E di fronte a queste cifre allarmanti qualcuno si è fatto venire un'idea. Anche in Italia, dove alcuni ricercatori dell'università di Bologna hanno fondato il primo “outlet” del cibo ma non solo. Si chiama Last Minute Market ed è una spin-off dell'Alma Mater di Bologna.
Come funziona. Last Minute Market non è un negozio dove possiamo andare a fare la spesa. Almeno, non ancora. È il trait d'union tra le aziende e il mondo del volontariato. Gli scarti e gli avanzi che le grandi catene di distribuzione dovrebbero gettare nella spazzatura finiscono nei magazzini di decine di Onlus. Cibo che scadrà nel giro di pochi giorni; partite di alimenti con etichette stampate male o con packaging difettoso. In ogni caso, mai prodotti scaduti. Marce che non può essere venduta ma che, nella sostanza, è perfetta.
Il vantaggio è per tutti. Le aziende diminuiscono gli sprechi e abbattono le spese per lo smaltimento di rifiuti, le Onlus riescono a rifornirsi di prodotti a costo zero senza perdere in qualità. Tra i giganti della grande distribuzione che hanno aderito al progetto ci sono Carrefour, Despar, Panorama, diverse Coop locali e altri gruppi.
Non solo alimenti. Last Minute Market non è una delle tante società nate in questi anni di boom della green economy. I primi progetti risalgono al 1998, mentre la spin-off vera e propria si è costituita nel 2003. All'inizio il team di studenti e ricercatori, guidati da Roberto Segré, preside di Agraria a Bologna, si è concentrato sugli scarti alimentari prodotti da ipermercati e supermercati. Oggi la filiera anti-spreco si è estesa anche ai pasti caldi o comunque già cucinati grazie agli accordi stipulati con ditte di catering, ospedali e mense. In molte città italiane, questi scarti vengono riutilizzati in giornata dalle associazioni che assistono i più poveri. E non è finita: si riutilizzano anche i farmaci da banco ormai prossimi alla scadenza, i libri destinati al macero e tutti i beni non alimentari come i prodotti per la cura della persona e i casalinghi.
L'obiettivo di Last Minute Market non è il lucro ma l'abbattimento degli sprechi di qualunque tipo. Anche per questo, la società ha lanciato l'iniziativa di sensibilizzazione “Un anno contro lo spreco”. A Bologna, Ferrara, Torino e Bruxelles verranno presentati dati e cifre, organizzati premi e spettacoli per diffondere la conoscenza su un tema ancora poco conosciuto dalla maggioranza dei cittadini.
Nessun commento:
Posta un commento