domenica 3 ottobre 2010

Palazzo Pallavicini di Mombaruzzo



Palazzo Pallavicini di Mombaruzzo

Cenni storici
Edificato in posizione dominante è un esempio di residenza in stile genovese del 1600 che ha mantenuto inalterate nei secoli sia le strutture che le decorazioni interne.
Imponente, con la sua pianta quadrata di 24 metri, si sviluppa su due livelli: al piano terreno i locali di servizio e gli accessi per le carrozze e per i pedoni, al piano nobile i saloni destinati a i nobili ed alle sale di rappresentanza.
Costruita tra il 1635 ed il 1645 per volontà di Gerolamo Negro e di sua moglie Letta Alberigi il Palazzo passerà pochi anni dopo ( 1652) ad Ansaldo Imperiali con il Feudo di Mombaruzzo, Quaranti e Casal di Dagna. ( l'attuale Casalotto) La proprietà poi andrà alla nipote di Ansaldo, Caterina, che nel 1705 la porterà in dote a Paolo Gerolamo Pallavicini e dal 1709 scelsero di risedervi stabilmente.
L' imponenza e l'eleganza della dimora, la presenza quotidiana dei principi ha nei primi decenni del 1700 un tale impatto nel paese da spostarne il fulcro sul colle dove è costruita la villa. In quegli anni moltissime famiglie nobiliari, sceglieranno di costruire la loro casa nel nuovo quartiere, vicino ai principi abbandonando così dopo secoli la zona storica di Mombaruzzo, detta Borgo Castello - visitabile come percorso all'interno di Castelli Aperti- che aveva ricoperto un ruolo cardine per tutto il Medio Evo.


Caratteristiche della visita
Dopo aver percorso la scalinata di accesso ci si trova nel grande atrio, con alte volte a botte, da cui si accede sul lato nord ai locali di servizio ed al lato sud alla doppia rampa di scale al piano nobile. Degni di nota i locali destinati alla cucina perché, intatti ed originali, mostrano uno spaccato autentico di come era organizzata una cucina nel 1700. Pozzo interno, lavello sotto la finestra e la enorme cappa angolare a più fuochi che permetteva di cucinare appoggiando le pentole su di un fornello e non più nei paioli appesi al camino.
Ai piani superiori le stanze affrescate secondo la moda di inizio settecento. Notevole l'ampio salone di rappresentanza - circa 8 metri per 12- in cui trovano posto raffigurazioni delle quattro stagioni, ed dei quattro poeti considerati i maestri del tempo: Dante, Ariosto, Petrarca e Tasso.

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