Il Castello Belgioioso è inserito all’interno di un sistema a difesa del fiume Lambro e presenta una particolare conformazione a recinto. Di origine longobarda, fu distrutto e riedificato da Federico Barbarossa ed in seguito ampliato dai Visconti. I possedimenti e il castello furono donati dal monarca al conte Ludovico Belgioioso; rimasero proprietà della casata, con alterne vicende, sino alla prima metà del XX secolo. L'antico borgo agricolo di San Colombano sorse ai piedi dell'omonimo sistema collinare che si eleva inaspettato tra la pianura lodigiana e la bassa pavese a testimonianza del ritirarsi del mare dalla pianura padana nel Pliocene ed oggi ricco di dolci e suggetivi vigneti nei quali si produce l'unico vino doc della provincia di Milano. Il piccolo borgo si dispone intorno al Castello che prese il nome dall'ipotetico soggiorno del monaco irlandese che nel 595 fondò il monastero di Bobbio e che secondo la tradizione insegnò agli abitanti la coltivazione della vite che da allora è diventata regina delle colline segnandone cultura e storia. Della fortificazione si hanno notizie fin dall'età longobarda; alle dipendenze della Signoria Milanese, nel 1164 fu distrutta ed in seguito riedificata da Federico Barbarossa. Gli anni intorno al 1353 videro un lungo soggiorno del Petrarca che in una lettera decanta le terre e i castelli del luogo: il soggiorno del poeta, ospite di Giovanni Visconti, arcivescovo di Milano, è ricordato da una lapide sulla torre quattrocentesca. Nel 1396 il castello fu assegnato da Gian Galeazzo Visconti alla Certosa di Pavia che lo tenne fino alla sua soppressione nel 1782. La fortificazione diventò in seguito dimora dei Barbiano Belgioioso che compirono diversi interventi di restauro. Il castello fu poi acquistato dalla parrocchia e molte delle sue parti furono demolite: rimane oggigiorno la torre merlata quattrocentesca e la torre ovest, detta castellana, con parte della cinta difensiva fatta costruire dal Barbarossa che include il parco e la villa Belgioioso
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