Il Castello rimase proprietà dei Caldera fino al 1736, quando, portato in dote da Olimpia Elisabetta Caldera sposa di Alessandro Saluzzo, passò ai Marchesi Saluzzo di Monesiglio e Valgrana.
Inizialmente il Castello ebbe una funzione difensiva: ne sono conferma la sua ubicazione sul punto più alto della collina, il poderoso mastio quadrato affiancato da una torre più bassa con feritoie, finestre strette allungate che costituivano le uniche aperture del castello.
A questa struttura iniziale venne affiancata una costruzione allungata a forma di "L", in cui venne inclusa l'antica parrocchiale di S. Andrea.
La torre centrale è coronata da merli a "coda di rondine" discretamente conservati.
Venute meno le esigenze difensive, il Castello venne trasformato in dimora residenziale senza alterarne la pianta (1573-1655). Nel XVIII secolo, per uniformare la facciata vennero aggiunti gli archi a sesto acuto attorno ai portali d'ingresso e le persiane che dovevano servire ad occultare le vecchie feritole. Attualmente l'intero complesso è di proprietà del Beneficio parrocchiale.
Caratteristiche della visita
Originariamente l'ingresso principale si trovava all'inizio di un'ampia scalinata tramite la quale si accedeva al seminterrato dove erano ospitate la cucina, la dispensa e le carceri, ambienti particolarmente angusti e bui.
Al primo piano nobile si trovavano l'armeria, il grande soggiorno, la camera del Conte e probabilmente una stanza adibita a biblioteca.
Al secondo piano: la stanza rossa, la camera della contessa, la sala degli Stemmi, recentemente restaurata. Oltre agli stemmi possiamo ancora ammirare i pavimenti a palchetto e il caminetto "alla prussiana" nella stanza della Contessa. La cappella privata conserva stupendi affreschi firmati da Antonio Ocello da Ceva (1532).
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