Rocca difensiva, reggia ducale, caserma militare e infine sede di musei e istituzioni culturali, il Castello Sforzesco è uno dei monumenti più curiosi e ricchi di fascino della città. Si tratta del massimo monumento civile del periodo rinascimentale a Milano e il suo interesse sta nella compresenza delle tracce che ciascuna epoca ha lasciato sul castello. Con i suoi 800 metri di perimetro, interamente costruito in laterizi, il fossato che lo circonda, i torrioni angolari, i tre cortili, le merlate, i sotterranei e i preziosi capolavori che contiene, il castello di Milano è una tappa fondamentale negli itinerari turistici del capoluogo lombardo.
LA FORTEZZA MUSEO
Il monumento simbolo della storia della città è in fase di ristrutturazione, ma al suo interno le iniziative culturali, ricreative e didattiche: dai concerti alle mostre, dalle conferenze agli spettacoli teatrali all'aperto, non cessano di ridare vita alle antiche mura. L'amministrazione comunale attuale si è impegnata nella sua valorizzazione cercando di ridare lustro al parco Sempione che lo circonda, riponendo la fontana che da su piazzale Cairoli, tolta negli anni 60' per la costruzione della metropolitana, e regalando allo stesso castello una deliziosa illuminazione notturna che gli dona una coloratissima e magica atmosfera. Il Castello è un'autentica cittadella di musei e ospita le Civiche Raccolte d'Arte antica (Raccolta di Scultura, della Pinacoteca e del Gabinetto dei Disegni), le Civiche Raccolte d'Arte applicata e Incisioni, le Civiche Raccolte archeologiche e numismatiche, oltre a tesori di grande rilevanza, sia storica che artistica tra cui antichi manoscritti come il Codice Trivulziano di Leonardo o la Pietà Rondanini di Michelangelo.
Il monumento simbolo della storia della città è in fase di ristrutturazione, ma al suo interno le iniziative culturali, ricreative e didattiche: dai concerti alle mostre, dalle conferenze agli spettacoli teatrali all'aperto, non cessano di ridare vita alle antiche mura. L'amministrazione comunale attuale si è impegnata nella sua valorizzazione cercando di ridare lustro al parco Sempione che lo circonda, riponendo la fontana che da su piazzale Cairoli, tolta negli anni 60' per la costruzione della metropolitana, e regalando allo stesso castello una deliziosa illuminazione notturna che gli dona una coloratissima e magica atmosfera. Il Castello è un'autentica cittadella di musei e ospita le Civiche Raccolte d'Arte antica (Raccolta di Scultura, della Pinacoteca e del Gabinetto dei Disegni), le Civiche Raccolte d'Arte applicata e Incisioni, le Civiche Raccolte archeologiche e numismatiche, oltre a tesori di grande rilevanza, sia storica che artistica tra cui antichi manoscritti come il Codice Trivulziano di Leonardo o la Pietà Rondanini di Michelangelo.
LA STORIA
Venne fondato al di fuori delle mura medievali dai Visconti nel 1300 e originariamente si chiamava Castello di Porta Giovia. Dopo la sua parziale distruzione durante la "Repubblica Aurea" (1447-50), fu Francesco Sforza a volere la sua ricostruzione per farne la sua dimora. Il castello continuò a subire lavori di ritocco ed ampliamento ad ogni cambio di regime: prima il Moro fino al 1499, poi più tardi sotto il dominio spagnolo a metà del 1500, fino ai francesi nel 1800; tra gli artisti che contribuirono alla sua realizzazione si ricordano anche Filippo Brunelleschi e Leonardo da Vinci. Ma la veste odierna del castello si deve al più importante dei lavori di riassetto: quello dell'architetto Luca Beltrami, che a cavallo fra '800 e '900 rimodellò la fortezza con importanti aggiunte e cambiamenti. La denominazione "Sforzesco" gli venne attribuita dallo stesso Beltrami, che curandone il complesso restauro, ritenne opportuno porre l'accento sull'età più splendida che essa aveva vissuto: quella degli Sforza.
Venne fondato al di fuori delle mura medievali dai Visconti nel 1300 e originariamente si chiamava Castello di Porta Giovia. Dopo la sua parziale distruzione durante la "Repubblica Aurea" (1447-50), fu Francesco Sforza a volere la sua ricostruzione per farne la sua dimora. Il castello continuò a subire lavori di ritocco ed ampliamento ad ogni cambio di regime: prima il Moro fino al 1499, poi più tardi sotto il dominio spagnolo a metà del 1500, fino ai francesi nel 1800; tra gli artisti che contribuirono alla sua realizzazione si ricordano anche Filippo Brunelleschi e Leonardo da Vinci. Ma la veste odierna del castello si deve al più importante dei lavori di riassetto: quello dell'architetto Luca Beltrami, che a cavallo fra '800 e '900 rimodellò la fortezza con importanti aggiunte e cambiamenti. La denominazione "Sforzesco" gli venne attribuita dallo stesso Beltrami, che curandone il complesso restauro, ritenne opportuno porre l'accento sull'età più splendida che essa aveva vissuto: quella degli Sforza.
CURIOSITA'
Il castello ha rischiato innumerevoli volte nel corso della sua vita secolare di essere distrutto. Messo all'asta per la demolizione dal governo della Repubblica Aurea, furono diverse le amministrazioni che deliberarono di raderlo al suolo: prima gli spagnoli, poi lo stesso Napoleone fecero brillare le prime mine, per poi in seguito cambiare idea. Da ultima, negli anni conclusivi del 1800, la stessa giunta municipale decise di edificare al posto del castello un'ampia area residenziale. A convincere l'allora sindaco Giulio Belinzaghi a fermarsi fu proprio il Beltrami, contro l'opinione di molti che, come il politico Cesare Correnti, guardavano alla fortezza come un monumento di cui liberarsi.
Il castello ha rischiato innumerevoli volte nel corso della sua vita secolare di essere distrutto. Messo all'asta per la demolizione dal governo della Repubblica Aurea, furono diverse le amministrazioni che deliberarono di raderlo al suolo: prima gli spagnoli, poi lo stesso Napoleone fecero brillare le prime mine, per poi in seguito cambiare idea. Da ultima, negli anni conclusivi del 1800, la stessa giunta municipale decise di edificare al posto del castello un'ampia area residenziale. A convincere l'allora sindaco Giulio Belinzaghi a fermarsi fu proprio il Beltrami, contro l'opinione di molti che, come il politico Cesare Correnti, guardavano alla fortezza come un monumento di cui liberarsi.
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