Il castello è ritenuto il più antico del Monferrato, comparendo in una mappa del 856. Nato su uno sperone di tufo inaccessibile, dal quale si domina tutta la vallata e la pianura circostante, fu dapprima una torre di avvistamento, corredata, poi, da granai, per le riserve di cibo, e da quartieri per la guarigione. Subito sotto al forte si sistemarono, sentendosi protetti i primi abitanti dell'attuale paese.
Aleramo, il capostipite dei marchesi del Monferrato, ha tenuto qui la sua corte, che al tempo era itinerante. Il castello, abbarbicato in alto sulla collina, era imprendibile per la posizione e per le difese esterne. Inoltre era dotato di un pozzo raggiungibile solo dall'interno attraverso un lungo cunicolo scavato nel tufo, consentendo agli abitanti di resistere agli assedi.
I Feudatari, nel tempo, furono: i conti di Lomello, la Chiesa vercellese, Guglielmo VI del Monferrato detto il grande che, nel XIII sec., rafforzò ulteriormente le fortificazioni con più alte mura a nord. Esse resistettero a numerosi assalti e incendi, in particolare, nel periodo della successione del Monferrato al tempo dei Gonzaga.
Gli ultimi feudatari di San Giorgio, i Gozani, arricchirono il castello della scenografica facciata settecentesca, a masse progressivamente rientranti, del grande scalone ad "u" e dei due archi che segnano gli ingressi a sud e da nord.
Ai Gozani si deve la costruzione nel XVIII sec., all'interno del giardino pensile, della cappella dalle proporzioni perfette, opera del Ferroggio, allievo dello Juvarra.
All'arch. Bollati (1870) si deve la facciata meridionale dalle forme neogotiche: si tratta di una facciata spezzata in un senso orizzontale, rientrante a formare una terrazza al terzo piano, dalla quale, senza inerpicarsi in cima alla torre, si gode la spettacolare vista dell'arco delle Alpi, dal Monviso fino al Monte Rosa, delle dolci colline monferrine e della pianura lomellina.
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