(Ukraïna). Stato dell'Europa orientale (603.700 km²). Capitale: Kiev (Kyïv). Divisione amministrativa: province (24) e una Repubblica autonoma (Crimea). Popolazione: 46.106.783 ab. (stima 2008). Lingua ufficiale: ucraino. Religione: non religiosi/atei 57,5%, ortodossi 29,9%, cattolici 8,2%, protestanti 3,5%, ebrei 0,9%. Unità monetaria: hrivna (100 copechi). Indice di sviluppo umano: 0,788 (76° posto). Confini: si affaccia a S al Mar Nero e confina con la Romania e la Moldova a SW, l'Ungheria e la Repubblica Slovacca a W, la Polonia a NW, la Bielorussia a N e la Russia a NE e a E. Membro di: Consiglio d'Europa, CSI, EBRD, ONU e OSCE.
"Vedi cartina geografica vol. 22, pag. 119" "Per la cartina geografica vedi al lemma del 20° volume e per la tabella riassuntiva e la cartina geografica vedi al lemma dell'Aggiornamento 1995." "Per la tabella della divisione amministrativa vedi al lemma dell'Aggiornamento 1995." L'Ucraina è il più importante e popoloso, dopo la Federazione Russa, dei nuovi Stati che hanno raggiunto l'indipendenza in seguito al collasso dell'URSS nel 1991. È uno Stato che, pur senza una tradizione di indipendenza, nasce con un grandioso bagaglio di storia e cultura. Il suo territorio, che occupa una larga porzione dell'Europa orientale, in massima parte pianeggiante e attraversato da fiumi imponenti, ha ricche risorse agricole e minerarie, un poderoso apparato industriale, molte grandi città. La sua popolazione, soprattutto urbana, possiede un elevato livello medio di istruzione e di qualificazione professionale; lo Stato dispone di strutture amministrative solide e ramificate, con potenti forze armate. Nonostante tutto questo, però, il Paese nel 2005 si presentava fragile e impoverito, con una forte dipendenza dall'estero e continue, gravi tensioni politiche interne, oltre che con la cattiva fama di uno tra gli Stati del mondo più inquinati dalla corruzione. Come la maggior parte degli altri Stati divenuti indipendenti con la fine dell'URSS, anche l'Ucraina ha dovuto fronteggiare enormi problemi di riconversione dell'economia e delle strutture sociali per adeguare l'una e le altre alla nuova condizione di Paese indipendente inserito senza difese nel mercato mondiale; e allo stesso modo ha dovuto fare i conti con radicali diversità, non tanto etniche quanto storiche e culturali, all'interno della sua popolazione. Condizioni difficili, che hanno finito per rallentare sia lo sviluppo economico sia la crescita democratica; tanto più in quanto sono state sistematicamente esacerbate dal ricorrente conflitto fra Russia e Occidente per l'influenza su questa ricca terra “ai confini” (questo il significato di “U Kraijne” in russo e, con poche varianti, nelle lingue slave in genere).
Gioelli d'ambra, foulards di lana dipinti a fiori, porcellane, tappeti, smalti e ori di Kyïv: la tradizione artigianale dell'Ucraina è molto ricca e varia, con differenze che riguardano anche le regioni del Paese. Delle zone montuose e della Carpazia, per esempio, sono tipici gli oggetti e le sculture di legno, ma soprattutto la pyssanka, letteralmente “uovo scritto”, divenuto espressione artistica nazionale. L'uovo decorato, simbolo di nascita alla vita, nell'antichità associato al culto solare di primavera e della Dea Madre, ha attraversato i millenni. In Ucraina numerose leggende gli attribuiscono poteri magici – guarisce le malattie, garantisce raccolti abbondanti, protegge da malocchio, uragani e fuoco – associati ai simboli decorati (linee, svastiche, bastoni, croci, rosoni, albero della vita, foglie di quercia o di salice, fiori, spighe di grano, daino, cervo, ariete, cavallo, daino, gallo, gallina, pavone ecc.) e ai colori utilizzati (rosso per l'amore, nero per l'eternità, giallo per l'abbondanza, arancione per la forza, ocra per la purezza, verde per la salute), la scelta dei quali è trasmessa di generazione in generazione grazie sia all'annotazione scritta su quaderni antichi meticolosamente conservati sia al racconto degli anziani di ogni famiglia. Fra i tappeti sono invece particolarmente noti i kilim (realizzati tramite tessitura anziché per annodatura) della Bessarabia, regione ai confini con la Moldavia. Anticamente usati anche per la realizzazione di pareti divisorie nelle tende, sacche da trasporto, cinghie per fissare sia le borse sugli animali durante gli spostamenti, sia le tende degli accampamenti nomadi, tovaglie e siti di preghiera, si distinguono ancora oggi per l'equilibrio raffinato tra arte popolare e stile pregiato che li caratterizza. Anche i riti e le usanze tradizionali, di carattere soprattutto religioso, hanno caratteristiche differenti a seconda della regione del Paese, soprattutto in termini di rilevanza. Proibiti durante la dominazione sovietica, infatti, sono oggi poco sentiti nelle grandi città, mentre sembrano scandire ancora lo scorrere della vita delle genti di campagna e di montagna, soprattutto nella regione dei Carpazi. Il Natale ucraino, originale e fortemente simbolico, include tra i suoi riti l'antica Festa della Fertilità o del Solstizio d'Inverno. La sera della vigilia la famiglia, all'apparire della prima stella, si siede a tavola dove sono due tovaglie: una per gli antenati, l'altra per i presenti, mentre il fieno sotto tutto ricorda che Cristo è nato in una mangiatoia. Anche la Pasqua deriva dalla fusione dei riti religiosi e di quelli pagani che festeggiano il ritorno della primavera: si esordisce con l'arrivo degli uccelli migratori e per l'occasione si cuoce della pasta a forma di uccello da dare ai bambini perché la spargano in aria nei campi, accompagnandola a canti e formule rituali, in segno di benvenuto. § Di origine contadina, semplice ma estremamente varia, grazie anche all'accostamento inusuale di molti sapori, alla cucina ucraina non manca nulla. Cereali e verdure, soprattutto patate, cavoli, barbabietole e funghi, carne – bollita, fritta, stufata – pesce e molti aromi, come aglio, prezzemolo, aneto, menta, mostarda, pepe e cannella, sono gli ingredienti base di numerosi piatti tipici, frutto dell'unione raffinata di materie prime fresche, conservate e affumicate. Molto noto è il borshch, tradizionale zuppa ucraina, conosciuto in ogni casa e arricchito da ogni famiglia con molte varianti personali. A base di manzo e pollo, brodo di barbabietole e verdura mista, addolcito con la panna, può essere preparato utilizzando fino a 25 ingredienti diversi. Altrettanto famosi sono il salo, grasso di maiale servito a fette; l'holubtsi, involtino di cavolo farcito con carne, riso, grano saraceno e condito con salsa di pomodoro; i varenyky, ravioli di pasta serviti con burro o panna acida, il cui ripieno a base di carne, verdura, funghi, o amarene, o formaggio fresco lavorato con zucchero e uvette ne determina il consumo come antipasto, piatto centrale o dolce; il kasha, corrispondente al porridge inglese. I dolci sono spesso a base di miele e frutta, sia fresca quali ciliegie e prugne, sia secca come le nocciole. Quest'ultime sono anche gli ingredienti di una torta famosa in tutto il Paese: la kyivskiy, composta da strati di wafer friabili e nocciole. Il kyas è invece la tipica bibita ucraina, a base di frumento, dolce, non alcolica, venduta dappertutto alla spina, anche se non mancano pregevoli bevande alcoliche come i vini originari della Crimea, gli champagne della zona di Odessa, o alcune birre locali. Infine sulla tavola ucraina non manca mai il pane, sempre di ottima qualità, tanto da aver fatto guadagnare al Paese il soprannome di “granaio d'Europa”.