mercoledì 29 settembre 2010

Rocca e Mura di Volterra



Volterra corona un colle posto alla confluenza della Val di Cecina con la Val d'Era, in provincia di Pisa. Si raggiunge da Firenze uscendo dalla superstrada FI-SI a Colle Val d'Elsa Sud e percorrendo la SS68, detta Volterrana, fin sotto le mura della città.


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La Etrusca 'Porta dell'Arco'
Volterra è uno dei centri storici e d'arte di primaria grandezza della Toscana, già importante 'metropoli', o meglio 'lucumonia', Etrusca prima e romana poi, ha conosciuto fasti medievali, Medicei e durante il Granducato, anche se come centro periferico. In questa sede parlerò solo delle fortificazioni della città, anch'esse importanti punti di riferimento dell'architettura militare, tralasciando purtroppo gli altri innumerevoli monumenti, dell'antichità e medievali,  presenti all'interno delle mura cittadine.
Da qualsiasi parte si giunga a Volterra noteremo il suo profilo, coronato da quello della sua Rocca, che si erge a dominio del territorio circostante, rendendoci subito chiara l'importanza della quale ha sempre goduto la città. La collina su cui sorge, con i suoi 555 metri d'altezza, è la più alta dell'area, inavvicinabile da ogni lato senza essere avvistati con largo anticipo.
Volterra ha origini etrusche, era la ricca Velhatri, e la sua prima cinta muraria risalente addirittura la V°/IV° secolo a.c. si estendeva per circa sette chilometri. Questo fu il periodo di maggior espansione territoriale della città che, grazie alla ricchezza di minerali delle vicine colline metallifere, giunse a dominare le altre lucumonie vicine come Populonia e tutta la costa tirrenica da Piombino a Luni. Si pensa che già nel 300 a.c. la città contasse ben 25.000 abitanti. Nel 80 a.c. Volterra fu, dopo un lungo assedio, definitivamente conquistata dai romani, ultima grande lucumonia etrusca a capitolare. In epoca Longobarda divenne un territorio direttamente dipendente dall'imperatore, un 'gastaldato', ma nel X° secolo la storia di Volterra ebbe una svolta negativa. Truppe Ungheresi, chiamate per essere d'aiuto nella guerra contro il re d'Italia Berengario I°, fecero scempio delle ricchezze e degli abitanti della città, riducendola in rovina. Dopo questo episodio, che la lasciò quasi disabitata, Volterra non riuscì più a tornare alla sua primitiva grandezza etrusca.
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Veduta della Rocca Nuova
Dal 929, e per i tre secoli successivi, i vescovi ebbero il potere temporale sulla città, sempre riconosciuto loro dai vari Imperatori. Il centro dell'impianto urbano prese forma intorno all'antica acropoli, ora zona del castello. Nel 1186, con la nascita delle realtà comunali, i vescovi furono investiti del potere di eleggere i consoli e battere moneta. Questo fu il periodo di una parziale rinascita di Volterra, culminata nella ricostruzione delle mura cittadine. Queste inglobarono sul lato meridionale i resti della preesistente cinta etrusco-romana, nella quale ancora oggi spicca la splendida Porta All'Arco coronata da tre teste di leone. Dovendo racchiudere un'area ben inferiore, la cinta fu edificata ex-novo sul tutto il fronte settentrionale e dotata di due porte, Fiorentina (o S.Agnolo) a Nord e S.Francesco a Ovest.
Nel 1343 fu edificato il castello, oggi Rocca Vecchia, al vertice orientale dell'acropoli aggettato sul tratto delle mura etrusche comprendenti la Porta a Selci. Alla fine del XIII° secolo le lotte fra guelfi e ghibellini, qui presenti come in ogni altra città Toscana, si risolsero con la vittoria dei primi, ponendo così le basi al controllo fiorentino della città. Il segno più tangibile della presa di potere di Firenze si ebbe con la costruzione del complesso della Rocca, voluta da Lorenzo il Magnifico nel 1472, dopo la conquista militare della città.
Volterra è considerata la prima vera 'Rocca' costruita in Toscana. Da qui partì l'ambizioso programma di Lorenzo di rafforzamento dei confini del proprio territorio. La fortificazione di Volterra aveva anche il doppio scopo di controllare la città e essere importante caposaldo contro Siena. Il capo dell'esercito fiorentino che sottomise Volterra era Federico da Montefeltro, condottiero che aveva già servito signorie in Romagna, terra dove già da qualche decennio era in uso la costruzione di fortezze bastionate in mattoni, e forse si deve a lui l'idea di erigere anche qui un fortilizio di detta tipologia.
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La costruzione iniziò dalla 'Rocca Nuova', al margine occidentale del colle. Questa ha una pianta trapezoidale molto vicina al quadrato con quattro torrioni cilindrici agli angoli alti quanto le cortine murarie. Isolato al centro del cortile sorge il mastio, un torrione rotondo alto quasi il doppio di quelli angolari, una reminiscenza dei precedenti recinti fortificati del XII°/XIII° secolo. Dal lato orientale della Rocca Nuova partono due lunghissime cortine murarie praticamente parallele che la collegano al preesistente castello, trasformato in 'Rocca Vecchia'. Quest'area intermedia ai due fortilizi svolgeva varie funzioni: impediva al nemico di porsi fra le due rocche alla stessa quota, collegava i vertici opposti del complesso, era usata come 'piazza d'armi' e come spazio per proteggere la popolazione in caso di cedimento della cerchia cittadina. La Rocca Vecchia, a pianta trapezoidale, fu dotata ad oriente di un puntone semipoligonale con funzione di rivellino a difesa della Porta a Selci. Il complesso, praticamente una cittadella, è dotato di apparato a sporgere continuo, con beccatelli in pietra, cortina muraria bastionata dotata di due redondoni. La Rocca è giunta praticamente intatta a noi grazie ai continui restauri, infatti è sempre stata in uso fino ai nostri giorni come caserma prima e come carcere poi. Essendo sede di un istituto di pena il complesso è visitabile solo dall'esterno.

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