Le prime notizie riguardo a Tatti risalgono al IX° secolo, anche se si ipotizza la presenza in loco di un presidio bizantino (IV°/V° secolo) con lo scopo di contrastare la discesa dei Longobardi verso il sud, successivamente uisato dagli stessi Longobardi a protezione delle vie di spostamento del sale estratto dal lago di Prile.
Il borgo si sviluppò nell’alto Medioevo come possesso dei vescovi di Lucca; successivamente divenne proprietà dell’Abbazia di Sestinga che lo mantenne fino al Duecento quando passò sotto il controllo della famiglia degli Aldobrandeschi.
Nel Trecento, dopo un temporaneo controllo da parte dei Pannocchieschi, che lo vendettero alla nobile famiglia dei Malavolti di Siena, che rafforzarono castello e mura, Tatti che prese, per breve periodo, il nome di Rocca dei Malavolti.
Passò poi direttamente sotto il controllo di Siena che, con alterne vicende, lo mantennero fino al 1555 quando, persa la guerra con Firenze,Tatti venne inglobato da Cosimo I dei Medici nel Granducato di Toscana.
La cinta muraria di Tatti è ancora rintracciabile seguendo l’andamento della topografia del borgo, nonostante a tratti siano addossate ad alcune abitazioni. In vari punti della cinta è presente un basamento a scarpa.
Nella parte meridionale resta una porta ad arco sormontata da tre mensole aggettanti in travertino.
Sulla parte più elevata del borgo si staglia l’imponente massa del cassero, o Rocca Aldobrandesca, in arenaria con il suo torrione, oggi scapitozzato, esteso intorno a un cortile cui si accede da due portali con arco romanico in arenaria.
All'interno delle mura la Chiesa di San Sebastiano, medievale, custodisce al suo interno una statua lignea cinquecentesca; la Chiesa di Santa Maria Assunta, di origini medievali, si presenta in stile neoclassico a seguito di un intervento di restauro avvenuto nel corso dell’Ottocento; la Chiesa della Santissima Annunziata, edificata anch’essa in epoca medievale, venne completamente ricostruita nello scorso secolo.
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