lunedì 27 settembre 2010

personaggi leggendari mitologici

Lohengrin

Lohengrin

Le gesta di Lohengrin le troviamo in una leggenda medievale tedesca celebre per aver ispirato l’omonima opera di Wagner. Chiamato il Cavaliere del Cigno, era figlio di Parsifal e Conduiramour. Un giorno Lohengrin fù chiamato, in qualità di servitore del Sacro Graal, a difendere Else, che sarebbe poi divenuta sua moglie. Else era ingiustamente accusata di aver ucciso il fratello, così Lohengrin sfidò a duello Frederick, l’accusatore, e vinse. Lohengrin sposò Else strappandole la promessa di non chiedergli mai il suo nome. Infatti Parsifal, prima che Lohengrin partisse per salvare Else, gli disse che se ella gli avesse chiesto di svelare la sua identità, questi avrebbe dovuto far ritorno a casa. Ma Else era troppo curiosa, e non seppe trattenersi dal fargli la fatale domanda. Lohengrin la accompagnò nella grande sala e, in presenza di tutti i cavalieri , le rivelò la sua identità. Dopo averle detto chi era, le disse che avrebbe dovuto lasciarla, per far ritorno alla Montagna Sacra, così salì su una barca a forma di cigno e scomparve.





Prete Gianni

prete gianni

Su questa figura, protagonista di alcune leggende medievali, abbiamo notizie scarse, alcune in netto contrasto fra di loro. Sembra sia vissuto nel XII secolo, e fu re in un paese dell’Africa o dell’Asia. Mentre per alcuni era un sacerdote cristiano, altri riportano che invece fosse ebreo. Prete Gianni, infatti, compare anche nelle leggende medievali ebraiche. Benjamin de Tudela, di religione ebraica, viaggiò in oriente tra il 1159 e il 1173 e riportò che Prete Gianni era un re ebreo a capo di un regno abitato da ebrei. Per John Mandeville, autore di Travels, Prete Gianni era un diretto discendente di Uggeri il Danese. Nel Milione, Marco Polo racconta che Gengis Khan lottò contro Prete Gianni e lo uccise.




Re Lear


re lear

Re della Gran Bretagna reso famoso dal King Lear di Shakespeare ispirato a sua volta dalle Chronicles di Holinshed. In queste due versioni, le sue avventure variano notevolmente rispetto alla leggenda originale. Nella leggenda medievale britannica, le sue vicende sono narrate nella Historia regum Britanniae di Goffredo di Monmouth. Nei racconti di Goffredo, Re Lear, figlio di Bladud, portò l’esercito in Gran Bretagna assieme ad Aganippo e a sua figlia Cordelia, conbattè e vinse una guerra con suo genero, e riportò tutti sotto il suo dominio. Dopo tre anni morì, e dopo la morte di Aganippo, Cordelia regnò il paese per cinque anni. In seguito fù attaccata da due suoi nipoti che la fecero prigioniera. Ella, dopo un certo periodo, in preda alla disperazione, si tolse la vita.



Robin Hood

robin hood

Famosissimo personaggio inglese vissuto intorno al XII o XIII secolo. Protagonista di opere, ballate e romanzi fu rappresentato sul grande schermo prima da Douglas Fairbanks nel 1922, seguito poi da Errol Flynn e molti altri. Noto a tutti per il suo motto di rubare ai ricchi per dare ai poveri, ispirò, nei secoli successivi molta altra letteratura, soprattutto cavalleresca. Sembra che il suo vero nome fosse Robert Fitzooth il brigante duca di Huntingdon. Al suo seguito aveva molti uomini, tutti ottimi arcieri e si dice che nelle sue incursioni nelle case di ricchi e nobili, non permetteva che fosse fatto del male alle donne. I suoi compagni nella foresta di Sherwood erano Little John, Frate Tuck, Lady Marion, Will scarlet, George-a-Greene e Alla-a-Dale. Secondo una leggenda, Robin Hood morì nella battaglia di Evesham assieme a Little John. Secondo un altro racconto invece, fu ucciso a tradimento da una suora per ordine di un priore di Kirkless parente della stessa suora.



Thor


thor

Dio del cielo nella mitologia nordica. Figlio di Odino e marito di Sif, Thor compare nell’Edda di Snorri, nell’opera di Longfellow “the Saga of King Olaf”, che fa parte del suo Tales of a wayside inn , e nell’Anello del Nibelungo di Richard Wagner. Thor veniva considerato come il più forte degli uomini e degli dèi. Il suo regno era Thrudvang. Il carro che aveva veniva trainato da due capre, Tanngniost e Tanngrisnir. Il culto di Thor arrivò fino a buona parte del medioevo e rivestì un grande ruolo per le popolazioni germaniche. Tanto per fare un esempio, l’inglese Thursday (giovedì), deriva appunto da Thor. Buona parte dei templi a lui dedicati e molte sue raffigurazioni, furono distrutte da re Olaf II, poi canonizzato dalla chiesa nell’XI secolo. Si dice che Olaf costrinse con la forza molte persone a rinnegare il culto di Thor e a convertirsi alla fede cristiana. I suoi sudditi però, per rinunciare alla loro fede, chiesero dei miracoli che si verificarono solo in parte. Olaf comunque era oramai determinato a convertire il suo popolo una volta per tutte. Ogni sera il popolo era solito mettere davanti all’immagine di Thor del cibo che credeva servisse a nutrire il loro dio. Ma un giorno Olaf fece riunire le genti davanti all’immagine di Thor e, mentre il re indicava il sole che cominciava a intravedersi tra le nuvole invocando Thor, i soldati distruggevano l’immagine del dio. Dalla statua, rotta in più punti, uscì una moltitudine di topi , vermi e molti altri animali. Il popolo, che seguì con occhi attenti la scena, si rese ben presto conto che il cibo non era servito a sfamare il loro dio. Bastò questo per rinnegare il culto di Thor e abbracciare la fede cristiana.



Ugolino

conte ugolino della gherardesca

1220- 1289 Figlio di Guelfo della Gherardesca, conte di Donoratico era il capo dei Guelfi di Pisa nell’XIII secolo. Il suo personaggio è stato reso famoso nella Divina Commedia (Inferno), di Dante, e nei Racconti di Canterbury di Chaucer. Ci narra la leggenda che a Ugolino furono dati i più alti riconoscimenti, ma Ruggieri, arcivescovo di Pisa, assieme alle famiglie Sismondi, Gualandi e Lanfranchi istigò il popolo a insorgere contro il suo potere. Una folla assaltò il suo castello, furono uccisi due suoi nipoti e lui fu lui stesso rinchiuso in una torre, detta Torre della Muda, con i figli e altri nipoti rimasti in vita. Sembra che le chiavi di questa torre vennero lanciate nel fiume Arno così i reclusi, completamente abbandonati a loro stessi, perirono in rapida successione per mancanza di cibo. Si dice, che durante la prigionia, Ugolino si sia nutrito di carne dei suoi parenti. Conosciuta per questa leggenda, la torre venne ribattezzata “la torre della carestia” . Alcuni resti della torre sono ancora visibili nell’attuale Piazza Dei Cavalieri.

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