Lo splendido cortile interno |
La prima menzione del Castello risale al 1252, sebbene il primo insediamento nella zona sia molto più antico. Diversi eventi hanno segnato la storia di questo fortilizio che per la sua mole e la sua imprendibilità resistette a numerose incursioni nel corso dei secoli; infatti la poderosa base a scarpa e le possenti mura quadrilatere sovrastate dalla torre centrale, che serviva da avvistamento e da mastio unita alla valentia dei difensori, impedirono lo strazio e le distruzioni che subirono altri edifici della zona.
Nel 1260 i Ghibellini, dopo la vittoria nella battaglia di Monteaperti, devastano l'area distruggendo il vicino villaggio di Campòli, ma il Palagio rimase indenne come durante la calata in Italia dell'Imperatore Arrigo VII. Pochi anni dopo, nel 1320, il castello fu ampliato, raggiungendo dimensioni ben più ampie delle attuali.
Una veduta esterna ed una dell'interno della Cappella. |
L'edificio nasce ad un piano, posato al di sopra al redondone in pietra della base scarpata ed è ancora visibile traccia della copertura a capanna originaria ripetuta anche sulla torre, ove però era in legno come si usava al tempo. Dopo l'ampliamento del XIV° secolo tutta un'ala viene rialzata con conseguente demolizione dell'antica copertura, sostituita con struttura piana anche sulla torre, a sua volta elevata di un piano. La struttura originaria non era dotata di merlatura, quella esistente è parte della ristrutturazione neo-gotica effettuata alla fine dell'ottocento. Appartenuto inizialmente alla famiglia Visdomini di Petrojo (da cui discese il patrono del Chianti San Giovangualberto) e successivamente ai Canigiani che possedevano anche il castelletto di Montefolchi, Il Palagio fu per due secoli della Repubblica Fiorentina. Con la rinascita granducale e la fine delle continue emergenze militari, anche Il Palagio, per mano dei nuovi proprietari Baroni Miniati, si trasforma in villa e si arricchisce di opere d'arte, mentre nuovo impulso viene dato all'agricoltura ove la vite e l'ulivo fanno la parte del leone.
Quello che vediamo oggi al Palagio è in gran parte conseguenza del restauro di un secolo fa e sebbene molte parti del fabbricato rivelano ancora le antiche strutture, altre sono frutto dell'ondata romantica medievaleggiante che dominò l'architettura dei primi del novecento. Col restauro si dette nuovo impulso anche alla vasta tenuta, per cui a lato nascevano nuovi locali per la fattoria con il frantoio, le nuove cantine ed i magazzini dove, a distanza di 120 anni, ancora si vinifica con criteri tradizionali ed il vino porta ancora l'emblema di questa antica fortezza a cui per la maestosità e l'importanza, fu imposto il nome de Il Palagio.
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